Circa
un milione di anni fa l’Homo Herectus scopre l’esistenza del fuoco. Intorno al 3200 A .C. i Sumeri inventano
la scrittura. Gutemberg nel 1448 idea la stampa, Colombo nel 1492 scopre
l’America; Copernico elabora nel 1543 la teoria eliocentrica, Newton quella
della forza di gravità nel 1687. Si potrebbero poi citare infinite altre
scoperte, come quella del telefono da parte di Meucci, o quella della bomba
atomica di Fermi.
Ma la mia intenzione principale non era quella
di stilare un trattato storico sulle principali scoperte dell’Umanità; in
realtà non saprei bene spiegare l’obiettivo che mi sono posta. Scrivo in
seguito ad una di quelle ispirazioni improvvise che sopraggiungono nei momenti
più inaspettati: sull’autobus alle 7 di mattina o in coda al supermercato.
Dunque,
durante una di queste azioni abitudinarie e quotidiane, mi sono ricordata di
tutta quella serie di avvenimenti che hanno voltato pagina nel libro della
storia dell’uomo; e nonostante la maggior parte delle scoperte siano avvenute
assolutamente per caso, vi sono state anche quelle che invece sono state frutto
di una profonda ricerca. Ed ecco che arriviamo al dunque (finalmente): l’essere
umano, colto da una smania incontrollabile di sapere “come gira il mondo”, ha dato
il via ad una serie di spedizioni (fisiche o mentali) che hanno portato al
progresso della specie. Leggiamo così di uomini che sono partiti per esplorare
i luoghi più remoti e sconosciuti della Terra; di altri che hanno iniziato un
repertorio di esperimenti per giungere alla soluzione finale; oppure di coloro
a cui il nostro pianeta non sembrava ormai più particolarmente interessante
perché non vi era più niente da scoprire, e hanno alzato la testa al cielo,
luogo inesplorato: cosa si nasconde oltre a quella volta azzurra? O, al
contrario, di chi ha intrapreso la direzione opposta: giù, nel sottosuolo,
sempre più in basso, fino al limite delle capacità umane, per comprendere quale
sia il confine fra il possibile e l’impossibile. “Cercare la domanda più
complicata del mondo, e oltre, e tentare di darle una risposta.” Questa sembra
essere la missione affidataci. E forse è per questo che abbiamo cominciato a
viaggiare, esplorare, sperimentare.
Ma
forse non è mai stato necessario. Forse la “domanda” tanto ricercata è sempre
stata davanti ai nostri occhi. Già, basta guardarsi allo specchio. Ecco, ecco
la “domanda”, ecco la creatura più complicata dello Spazio, ecco il punto
interrogativo irrisolvibile. Siamo noi. Noi incomprensibili esseri dotati di
ragione che spesso non usiamo, scossi dalle emozioni e dai desideri più
profondi; noi che facciamo scelte che a volte precipitano nell’insensato e non
seguono nessuna logica, sempre che sia mai esistita una logicità umana. Ma,
nonostante le insicurezze della nostra specie, è bello essere umani. È
fantastico svegliarsi alla mattina e non sapere assolutamente come può finire
la giornata, non avere nessuna previsione futura e certezza sulle scelte che si
affronteranno. È strano ma divertente affidarsi all’istinto e a ciò che consideriamo
giusto, senza seguire regole che comunque sono sempre state ideate da altri
esseri umani, perciò non si può avere la sicurezza che siano del tutto corrette.
E così, fra gioie e tristezze, tradimenti e fiducie (a volte non meritate), emozioni
indescrivibili e sogni inconfessabili, noi continuiamo ad essere l’eccezione
che conferma la regola della perfezione naturale e dell’ordine sensato delle
cose che ci circondano. Esatto, perché non so se avete notato: tutto in natura
ha una spiegazione scientifica. Complicata, a volte a prima vista inspiegabile,
ma risolvibile in un secondo momento. Tranne noi. Sento già le proteste: “E allora
lo studio dell’anatomia umana? Come siamo fatti, quante ossa abbiamo, come
funzionano i vari apparati e sistemi, l’osservazione di ciò che ci compone?
Siamo fatti di chimica, e la chimica è una materia scientifica a cui si possono
dare tutte le risposte che si pretendono.” Ed è vero. Ma se parliamo di mente,
anima, inconscio, pensiero, sogno, linguaggio, idea, comportamento? Chi
saprebbe darmi una risposta certa? Da due anni studio psicologia e, sebbene
abbia svolto solo la millesima parte del programma che ci spetta, mi sono
accorta che tutti i filosofi e psicologi nominati nel mio libro hanno una
teoria e possono essere anche fermamente convinti della loro idea; ma prima o
poi arriverà sempre qualche fatto strano che farà precipitare nell’inesatto
tutte le loro supposizioni, e li costringerà a ricominciare da capo cercando
disperatamente di capire sé stessi. Può sembrare inutile studiare una materia
così sfuggente e volubile, ma c’è a chi piace, a me interessa, per lo stesso
motivo per cui mi piace essere Umana.
Lo
prometto: la prossima volta scriverò un articolo un po’ meno serio. Magari così
mi guadagnerò un po’ più di lettori (lo so che sono rare le persone che si sono
avventurate fino a questo punto: le altre avranno già abbandonato la lettura
dopo le prime 6 righe). In attesa del prossimo numero, però, riflettete su
questo. E su voi stessi.
Nessun commento:
Posta un commento