martedì 12 febbraio 2013

(Tra)dire e (stra)fare: c'è di mezzo il mare

Veronica Repetti

L’infedeltà è da sempre un argomento abbastanza ostico, ma in un certo qual modo affascinante e capace di rendere interessante anche la coppia più banale.
Dove c’è aria di tradimento, è assicurata anche un po’ di suspense, condita di qualche bugia ad insaporire la vicenda e, soprattutto, di tanta azione, che la quotidianità non sempre riesce a fornire.
Insomma, sembrerebbero mancare solo i pop-corn e una poltrona comoda per completarne la godibilità.
Solo che, spesso, il tradimento non è esattamente ciò che si definirebbe roseo, quanto invece un’avventura spiacevole, soprattutto quando si è o, peggio, si scopre di essere i personaggi principali del fattaccio.
Solitamente, nel migliore dei casi, tre sono i protagonisti di un adulterio coi fiocchi.
Innanzi tutto, è necessario il fedifrago. Senza non si fa nulla. La relazione, altrimenti, sarebbe serena, i cuori abbonderebbero, l’amore trionferebbe e io non avrei nessun articolo da scrivere. Si tratta dunque del personaggio, se vogliamo, di maggiore rilievo, colui che deterrà il titolo di ‘’killer’’ amoroso per eccellenza.
Seconda per importanza, solo al fedifrago, è la vittima. Il personaggio che dovrà subire il tradimento, consapevolmente o inconsapevolmente, scegliendo successivamente se interpretare il ruolo dell’astuto detective o del cadavere inerme.
La terza figura, infine, si spera l’ultima e non l’ennesima, è l’esca: il motivo del dirottamento sentimentale, della frattura di un rapporto, della crisi di coppia che tanto appassiona i pettegolezzi di provincia. Può essere complice, quanto inconsapevole. Subdola come il killer o di un’ingenuità simile a quella della vittima.


Mille sono i casi e le situazioni analizzabili in un contesto così universale, ma proprio per questo mi prodigherò nel cercare di sintetizzare le situazioni più semplici e più comuni, nonché molto spesso quelle  più (tragi)comiche.


1 Il killer tradisce la vittima perché si è innamorato dell’esca, ma gli dispiace lasciare la vittima che “in fondo gli vuole bene”. La vittima è inconsapevole delle strane protuberanze che non le consentono più di varcare agevolmente la soglia di casa. Però è felice. Vede infatti il suo killer che ha ricominciato a tenersi in forma, a vestirsi bene, persino a mettersi il profumo e a sorridere, cosa che non faceva da tantissimo tempo. L’esca del killer è consapevole del suo ruolo e ama divertirsi col killer, fin quando quest’ultimo non comincerà a risultare troppo assillante: a quel punto gli consiglierà di tornare dalla vittima.


2 Il killer tradisce la vittima per noia. Le esche sono numerose, variano di serata in serata, a seconda dell’umore e della disponibilità. Sono tutte inconsapevoli e non capiscono perché l’affascinante killer non si faccia mai sentire il giorno dopo. La vittima è consapevole delle sviste del partner, ma fa finta di nulla in nome del fatto che “ormai stiamo insieme da così tanto”.


3 Il killer tradisce la vittima per indecisione. La vittima è inconsapevole e si stupisce delle numerose litigate dell’ultimo periodo, attribuendole al troppo amore che, straripante, non riesce ad essere contenuto in discorsi pacifici e sereni. L’esca è consapevole e si lascia abbindolare dal killer che continua a ripeterle che presto lascerà definitivamente la vittima, solo per stare col suo vero amore (non specificando però se si tratti, per l’appunto, dell’esca, della play station, della moto o della nutella)


4 Il killer ha due relazioni parallele, infatti in questo caso particolare sono presenti due vittime e nessuna esca, se non, al massimo, a livello cronologico. Entrambe sono inconsapevoli, convinte di essere il partner fisso del killer e che assolutamente non si prospettino problemi di nessuna sorta all’orizzonte. Spesso questo genere di adulterio finisce con la violenza congiunta da parte delle due vittime nei confronti del killer, che rischia gravi danni fisici. (Sconsigliato dunque per chi non possiede una grande prestanza fisica e/o velocità di fuga notevole).


5 Il killer tradisce la vittima per imporre la sua superiorità a livello sentimentale. Essendo stato precedentemente vittima egli stesso di rapporti fedifraghi, ora, con l’orgoglio ferito, ma sempre pulsante, afferma la sua forza attraverso adulteri instaurati per il puro gusto di tradire, perché fa macho (se il killer dovesse essere una donna è indifferente). La vittima è inconsapevole, nonostante con ogni probabilità sia in stretti rapporti d’amicizia con molte esche usate dal partner.


 6 Entrambi i partner sono killer. Manifestano una gelosia esagerata a ogni sguardo che viene rivolto all’amato, ringhiano a ogni accenno di apprezzamento e sono disposti a picchiarsi a patto di mantenere alto l’onore. Le esche sono consapevoli e rassegnate, anch’esse schiave di una gelosia infondata.


 Potrei andare avanti per molto, aggiungendo storie sempre più complesse e intricate, che posso giurare non sono intrecci della mia fantasia, quanto semplicemente situazioni reali schematizzate. Inoltre vi sarebbero ancora da considerare le scene del delitto, le prove, i tempi di premeditazione, le arringhe accusatorie e difensive. Per non parlare poi delle caratterizzazioni dei personaggi, degli spettatori, degli interventi esterni, dei fattori perturbanti e degli imprevisti di salvataggio. Insomma, sono certa che sfocerei troppo nel personale, rischiando di riportare a galla vecchi gossip che hanno viaggiato sulla bocca di molti, per altrettanto tempo. Siamo tutti, in una certa misura, anche solo platonica, fedifraghe e fedifraghi, traditi e tradite. Inoltre, in fondo, il bello di un tradimento, sempre che ci possa essere in esso qualcosa di positivo, è proprio la novità, il sotterfugio, il mistero. Ed è risaputo che nei misteri svelati non vi è più alcuna attrattiva.

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